Giovanna Bosi-Maramotti

Giovanna Bosi-Maramotti

Nell’ottobre del 1990, ricordando l’opera di Augusto Torre a dieci anni dalla sua morte, in una sessione ravennate della Società di Studi Romagnoli, Giovanna Bosi Maramotti si soffermò sugli articoli che egli scrisse, numerosi e ‘forti’, in varie testate locali e in particolare sulla prestigiosa rivista «Felix Ravenna», alimentando non poco la vivacità della vita culturale ravennate, una vivacità che pur nella ricca produzione di eventi culturali, recepiti però passivamente dall’opinione pubblica, era del tutto scomparsa.

In quelle parole dell’on. Bosi c’era una provocazione, che Paola Novara, allora dottoranda di ricerca in Archeologia, e Giantito Masetti raccolsero. Proposero di formare un’associazione per la valorizzazione del patrimonio culturale di Ravenna e del suo territorio (provinciale, romagnolo) che spesso si tralasciava non solo di investigare, ma anche di divulgare. Bisognava incentivare gli studi di storia medievale, sensibilizzare il pubblico agli argomenti ‘difficili’, assicurare la possibilità di pubblicare extra commercium i contributi importanti anche se non interessavano gli editori di mestiere.

Alla fine del ’91 il gruppo dei fondatori era formato e i sette del primo Direttivo cooptati: Giovanna Bosi Maramotti presidente, Massimo Stanghellini Perilli vice presidente vicario, Paolo Fabbri vice presidente, Giantito Masetti segretario, Dante Bolognesi, Ennio Dirani, Umberto Zaccarini consiglieri.

Con i successivi rinnovi parziali biennali, hanno fatto parte del Comitato: Paola Novara, Marina Di Caro, Ambrogio Alfieri, Giovanni Montanari, Sauro Mattarelli, Luigi Malkowski, Stefano Tramonti, Giuseppe Rabotti, Mauro Mazzotti, Franco Gàbici, Andrea Maramotti, Gianantonio Tassinari. E dietro di loro, ogni volta, altri nomi vennero votati e iscritti in graduatorie per eventuali surroghe: una schiera di persone, potenzialmente attivabili per guidare la Società. Se si elencassero i titoli del centinaio abbondante di conferenze tenute in questi anni, molti sorprenderebbero per la loro ‘stranezza’, ma ancor più sorprenderebbe sapere che quelle conferenze ebbero un buon successo di pubblico.

E dai quaranta libri pubblicati salterebbero fuori nomi di autori affermati e di giovani appena laureati, che hanno scritto con impegno scientifico di temi inconsueti, contributi nuovi che arricchiscono il panorama bibliografico degli studiosi.

Haec fabula scripta est ad uso esclusivo dei nostri iscritti, per ravvivare l’entusiasmo nel lungo e paziente assolvimento di un compito culturale che bene può inquadrarsi nelle attività di volontariato sociale, tanto più utile ed educativo quanto più ispirato alla gratuità della collaborazione e alla solidarietà.

 

Giantito Masetti